Mike Oldfield Fan Club Italiano
IL SIGNORE DEI CAMPANELLI
IL RITORNO DEL RE
Andata e Ritorno
Un racconto di Giuliano Plenevici

L'ombra del passato
Il mondo è cambiato. Lo si sente nell'acqua. Lo si sente nella terra. Lo si avverte nell'aria.
E così, alcune cose che non avrebbero dovuto essere dimenticate andarono perdute. La storia divenne leggenda, la leggenda divenne mito...
Tutto ebbe inizio con la forgiatura dei 30 Grandi Biglietti.
Alcuni furono dati ai Principi della Terra di Mezzo, esseri molto saggi e leali, altri ai Re Nordici, grandi minatori e costruttori di città nelle montagne e altri ancora furono dati alla razza dei Raminghi dell'Ovest, che, più di qualunque cosa, desideravano essere presenti.
Negli inviti c'era la volontà e la forza di partecipare al Grande Concilio indetto dal Signore dei Campanelli, nel cuore delle fredde lande della Teutonia.
Per 7 lunghi anni, dei biglietti si era persa ogni conoscenza finché, quando si presentò l'occasione, essi attirarono nuovi portatori. I biglietti così giunsero ai nuovi padroni, che li portarono nei profondi cunicoli delle loro case, è lì, attesero il loro inevitabile destino.
- "E' venuto da me, è mio! - mormoravano i possessori - è la mia gioia, il mio tesoro!"
Le tenebre strisciarono di nuovo nelle foreste del mondo. Correvano voci sul Grande Incontro, sussurri su un evento straordinario. Ed i biglietti percepirono che era giunto il loro momento, per plasmare la fortuna di tutti.
Il decimo giorno di dicembre del sesto anno della seconda era di questo mondo era ormai giunto...

La Compagnia del Mantello
Stranieri di remoti paesi e amici di vecchia data, che non conoscono né dolore né paura, furono convocati per rispondere al richiamo del Grande Maestro:
- Frank, il Cavaliere di Lonigo, che regalò a tutti i sacri arazzi autoadesivi;
- Sandron, il Gigante di Sauris (vedi "Le Cronache di Carnia");
- Sir Charles, Principe di Verona, colui che costruì l'arpa elfica del Principe delle Campane;
- Angelus, il Grande Ciambellano di Ledro, che portò il salame da viaggio elfico e l'elisir trentino D.O.C.G.;
- Lorenzo il magnifico Signore delle Acqui Terme e futuro Padre del Fan Assoluto;
- Vincent, lo scrivano di Siena, che portò con se il "Codice di Joe";
- Fabius, lo Sbandieratore folle di Verona, portò con se lo stendardo della loro casata;
- Gilby, Gran Menestrello di Riccione e Guardiano delle anime perse nel Mare dell'Est;
- Nik, figlio di Anthon, la memoria storica della Compagnia;
- Angel, il Custode delle Arti Magiche e Sovrintendente di Mediolanum;
e tanti altri valorosi cavalieri...
E fu loro donata dagli Elfi delle montagne, la maglietta magica di Mithril, leggera come una piuma e dura come le scaglie di drago, con sopra stampate le effigie del Re.

Viaggio sino al Crocevia
Partirono così, prima a ovest delle Montagne Nebbiose, per poi dirigersi verso la breccia del Brennero ed il passo di Innsbruk, per attraversare le Montagne del Alto Confine ed i boschi della Foresta Nera. Un labirinto impossibile di rocce affilate come lame, dopodiché, un'arida steppa fin dove occhio può vedere. Questa fu la loro strada.
Incontrarono sul loro camino forze oscure e malvagie che provarono a farli rinunciare al loro viaggio: bufere di neve, tormente di vento, freddi glaciali, ombre e fiamme, ma nulla riuscì ad abbatterli dal loro compito.

In fine arrivarono alle Porte della Bianca Torre di Monaco che luccica come una lancia d'argento con i suoi vessilli catturati dal vento della sera.
Furono accolti dal chiaro suono di trombe d'argento e dal grido delle guardie della torre "I Signori del Fan Club italiano sono arrivati!".
I guardiani della Torre, Orchi che erano Elfi una volta, catturati dai Poteri Oscuri, torturati e mutilati, ed i temuti Kon-Troll, un incrocio tra orchi e goblin, una forma di vita rovinata e terribile, li fermarono alle porte del castello e tolsero le armi più pericolose ad alcuni cavalieri.
In vano urlò Sir Charles: "Ritorna nell'ombra, demone, e ridammi il teleobiettivo!". Nulla fu possibile e così alcuni di loro entrarono nel castello disarmati, ma col cuore pieno di speranza...

L'Incontro
Ad un tratto, la terra tremò. Tamburi. Tamburi negli abissi. L'incontro era iniziato.
Dopo una breve introduzione del Maestro di Cerimonia, Robert Groslot e la sua armata elfica, Il Novecento, sostenuta dalle orde del coro Fine Fleur, seguirono:
- Mike Oldfield, lo Stregone Biondo, con il volto grave e bello, senza nessuna traccia di età, salvo forse per la profondità dei suoi occhi, penetranti come lance, eppur impenetrabili, abissi di arcaici ricordi, tirò fuori dalla sua baghetta la magia di "Tubular Bells", "Ommadawn", "Moonlight Shadow", "To France" e "Shadow on the Wall";
- Gli OMD, nominati così dall'urlo dei loro nemici ("Oh mio Dio!"), interpretarono gli incantesimi "Maid of Orleans", "Souvenir" e "Sailing on the Seven Seas";
- Chico & The Gypsies, discendenti diretti dei Kings, recitarono gli inni "Bamboleo", "Volare", "D Jobi D Joba";
- Ike Turner, il Sempiterno Cantastorie, suono le odi "Nutbush City Limit", "Proud Mary", "River Deep Mountain High";
- Miriam Stokley, la Dama della Luce, bellissima e terribile come l'alba, infida come il mare, più forte delle fondamenta dell'Universo è più bella di tutti i gioielli sulla Terra, interpretò "Adagio", incantesimo del Grande Albinoni e diede voce alle magie del Grande Maestro: "Moonlight Shadow" e "To France"; e tutti la amarono, disperandosi!
- Il Tenore Tony Henry e John Miles, nelle loro divise multicolori, furono ospiti di riguardo e fecero onore alla loro rinomanza declamando antiche opere e canti pagani con grande varietà degli argomenti (specialmente religioso e amoroso ma anche profano e licenzioso), dimostrando la poliedricità della produzione goliardica.

Il momento culminante dell'incontro, fu quando, tra due incantesimi, il Signore dei Campanelli salutò i suoi fedelissimi cavalieri italiani, pronunciando nella lingua dei suoi padri le magiche parole: "So che ci sono persone venute dall'Italia qui. Salve!" (file audio) e si fece una sana risata di compiacimento...

Fu un tripudio di suoni e colori e non solo dalle tribune e dagli spalti arrivò l'ovazione, ma anche gli esecutori, presi dall'entusiasmo, si unirono alle esultanze del pubblico, gridando di gioia. Il "colpo d'occhio" era stupendo! Così, tra parole recitate, canzoni soffici e duetti magnifici, con un pubblico in estasi che si lasciò coinvolgere apprezzando e applaudendo molto in un clima di celebrazione e festa, si concluse il Grande Incontro.

L'assedio
Ancora scossi dall'emozione, alcuni cavalieri più audaci si diressero verso il Nero Cancello del Backstage, per incontrare di persona il Signore dei Campanelli, loro sovrano, ma furono accolti e fermati dai Kon-Troll di caverna e dai Balrog di Morgoth, demoni del mondo antico e servitori del Fuoco Segreto della Sicurezza. In vano furono le loro insistenze, riuscirono appena ad intravedere il Grande Maestro salire sul suo cavallo, accompagnato dalla sua Dama e dal suo ultimogenito, mentre un saluto e un sorriso li raggiungevano. Furono pochi coloro che riuscirono a toccare il suo mantello, mentre gli altri gli gridarono:
- "Sei stato lesto a fidarti dai Teutoni e dagli Ispanici. Hai così poca fede nel popolo del Belpaese? Sì, c'è debolezza, c'è fragilità, ma c'è anche coraggio e onore da scovare nei tuoi seguaci italiani. Ma tu questo non lo vedi. Hai paura! Per tutta la vita ti sei nascosto nell'ombra! Sei spaventato da chi sei, da cosa sei."

Ma la speranza permane finché la Compagnia è fedele. I loro cuori non si turbarono e riuscirono a rifarsi, abbracciando e baciando la Dama Miriam, che si concesse loro con grande generosità e simpatia in un lungo incontro firmando autografi e lasciandosi ritrarre in due bei fotoritratti di gruppo.

Un viaggio nell'oscurità
Il viaggio di ritorno fu tranquillo e silenzioso e vide ognuno di loro immerso nei propri pensieri, provando a sedimentare le emozioni e fissare nella mente tutto quello che era appena avvenuto. Ancora sconvolti e increduli, ora potevano andare a riposare logori dal dolore e dalla fatica, ma molto soddisfatti.

Epilogo
L'amore per il Grande Maestro possa essere per voi una luce in luoghi oscuri, quando ogni altra luce si spegne. Anche se conosco la metà di voi solo a metà e nutro per meno della metà di voi metà dell'affetto che meritate, voglio assicurarvi che faremo di tutto per darvi l'opportunità di provare le stesse emozioni che noi abbiamo avuto il privilegio di sperimentare.

 

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