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Intervista di Mike per il giornale “The Times”

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Intervista di Mike per il giornale “The Times”

Lunedì 2 Aprile 2001 Mike Oldfield ha rilasciato un’intervista per il giornale “The Times” in cui spiega il concetto di Music-VR e dà alcuni nuovi dettagli sul progetto. Potete leggere l’articolo (ovviamente in inglese) sul sito “The Times”. Di seguito la traduzione in italiano:

IL GRANDE PRECURSORE
Autore: Richard MORRISON

Mike Oldfield cambiò la musica pop con “Tubular Bells”; ora spera di farlo di nuovo attraverso il suo computer.
Dovete provare simpatia per Mike Oldfield. Oppure, va bene anche se on ne avete. Ma vi aiuta passare il tempo in modo più piacevole entrando nella sua reggia di Buckinghamshire (è solo il suo ufficio, dice lui; la sua casa si trova a Marlow ed affaccia sul Tamigi), bevendo il suo tè, e giocando con il suo nuovo gioco per computer circondato da numerose casse acustiche, schermi giganti, computers, sintetizzatori, chitarre e mixer il cui costo è probabilmente più alto del prodotto lordo del Belgio.
Cosa dovrebbe fare un uomo per il resto della sua vita, se all’età di 19 anni ha già conquistato acclamazione da parte della critica, fama mondiale e una fortuna enorme? (ammonta a 25 milioni di sterline ed è in continuo aumento, dicono le persone pagate per sapere queste cose). Come si può superare una vetta così alta come Tubular Bells, l’epico album strumentale del 1973 che ha inaugurato l’era della New Age e che ora ha venduto più di 16 milioni di copie? La risposta è che non si può. “So che non potrò mai fare un’opera migliore – ammette Oldfield – e non mi importa se sarò sempre ricordato solo per Tubular Bells. È un classico. Alcune armonie ancora mi entusiasmano. Sono stupito di essere riuscito a scriverle a quella età. Non potrei comporre qualcosa di così complesso ora. Preferisco la purezza, la semplicità“.
Le parole “purezza” e “semplicità” non vengono subito in mente se uno pensa alla vita sregolata di Oldfield nei 28 anni trascorsi dai tempi di Tubular Bells. E’ vero, ha continuato a produrre album – ormai 20 – per la gioia dei suoi affezionatissimi fan (anche se ora non è più giovane) e il disdegno generale della stampa musicale. “Da qualche parte qui“, dice, indicando con la mano il suo cervello, “c’è una fonte di energia creativa senza fine“.
Ma ci sono state anche baldorie edonistiche e “postumi di una sbornia di tre mesi” ad Ibiza, e lunghi periodi di più o meno totale dipendenza da droghe, una sequenza senza fine di notti insonni, e cinque bambini da due diverse partner. In più, tutti gli svariati terapisti e psichiatri in cui Oldfield, in modo piuttosto commovente, ebbe fiducia per esorcizzare i demoni di un’infanzia segnata da una madre alcolizzata e maniaco-depressiva. Per non parlare di tutti gli annunci pubblicati nelle colonne dedicate ai cuori solitari di giornali inglesi e svedesi per cercare facili avventure.
A causa della mia giovane età quando arrivai al successo, e della mia ossessione per la musica, non ho avuto una vera adolescenza“, dice. “Così ho avuto una specie di crisi di mezz’età, quando ero ad Ibiza. Ero fuori di me. Alla fine ne sono uscito.
Forse Oldfield alla fine ha trovato la pace interiore. E’ convinto di aver inventato una forma d’arte ad alta tecnologia che è così rilassante, così piacevole, così favorevole al benessere psichico dell’essere umano che potrebbe avere lo stesso impatto che Tubular Bells ebbe ai suoi tempi. Oldfield l’ha chiamata Music Virtual Reality – in breve Music VR. E sono stato chiamato a comparire in quest’angolo opulento di Buckinghamshire per essere iniziato al suo fascino virtuale.
È davvero un modo piacevole per passare alcune ore. Come con un normale gioco per computer, esplorerete un mondo virtuale. Ma non ci sono né mostri né nemici che vi eliminano se non lo fate voi per primi. “Odio i giochi violenti“, dice Oldfield. “Ho voluto che questo gioco avesse una certa eleganza, del rispetto per la bellezza della vita, piuttosto che la missione di uccidere qualsiasi cosa. Ho voluto creare un’ambiente virtuale che fosse rilassante, in rispetto della vita. Non è tossico; non danneggerà la vostra mente. E’ in qualche modo un luogo calmo dove potersi rifugiare. Un luogo dove vi possiate sentire bene, poiché nel mondo ci sono già sufficienti cose che vi fanno star male.
Parlando in questo modo, sembra ritornare indietro all’estate del ’69. Ma non è passato poi così tanto tempo, osservo, da quando Oldfield ha conosciuto tutte quelle cose terribili, iniettandosi varie sostanze chimiche nel sangue. “Sì,” risponde lui, con lo zelo improvviso di un peccatore riformato, “ma le droghe hanno il loro lato negativo. Alla fine rendono tutto peggiore. Invece io voglio che MusicVR diminuisca il vostro livello di stress ed elimini la vostra aggressività così come le vostre frustrazioni.
MusicVR fa certamente tutto questo. Vi immergerete dolcemente nel suo magico paesaggio virtuale cliccando su belle farfalle, o su fiamme psichedeliche, galoppando su cavalli bianchi che aprono le ali per portarvi in delle caverne immense. Un oggetto volante che vi trasporterà nello spazio infinito; o potrete visitare un deserto surreale dove giocare una specie di croquet – usando pianoforti invece di palle e magli.
Ci sono delle rovine di templi da esplorare, immersioni subacquee per guardare pesci esotici, e viaggi verso enigmatiche statue tipo Modigliani. Lungo la strada potrete raccogliere anelli d’oro – e quando lo farete scoprirete che state gradualmente e misteriosamente aiutando a fertilizzare il deserto.
Grande, come si usa dire. Ci rivela lo stato mentale di Oldfield dopo la crisi di mezza età. Per esempio, che direbbe uno psichiatra della bionda sexy che avete appena incontrato? Lei mormora: “Sei l’essere più perfetto che sia mai esistito. Non c’è nessuno come te nell’universo. Sei unico, magico e insostituibile.
O della strana fine del gioco, quando passando attraverso un tunnel buio vi schianterete contro una fiammata di luce? “Come in una di quelle esperienze di morte apparente,” spiega Oldfield. Davvero. Come Richard Wagner trasformò tutte le sue fissazioni in un mito epico nell’opera del 19° secolo, così Oldfield sembra aver riportato la sua drammatica storia psicologica (una volta si sottopose ad una terapia di “rinascita”) per creare un gioco del 21° secolo.
E come Wagner trasformò la musica classica, Oldfield potrebbe essere considerato un precursore dei tempi, colui che ha tracciato un solco nell’industria della musica pop. Tutto questo grazie all’uso ingegnoso della musica all’interno di MusicVR, che lo contraddistingue da un normale video gioco.
Quando vi avvicinate ai vari oggetti nel mondo virtuale di Oldfield, sentirete suonare diversi brani musicali: un’assolo di chitarra; un tintinnio di sintetizzatore; ritmi di tamburi africani; o arpeggi di pianoforte. Dunque navigando all’interno dei vari paesaggi potete ascoltare la musica in vari modi – creando la vostra personale sequenza di brani. La vera innovazione è rappresentata dall’unione interattiva tra immagine e musica.
Oldfield dice che ha provato a sviluppare il concetto fin dall’inizio degli anni 80, ma che soltanto recentemente lo sviluppo della tecnologia lo ha reso possibile. Lavora con un disegnatore grafico e un programmatore, ma prevalentemente le immagini – sonore e visive – sono sue.
Così ora non gli resta che vendere la sua idea alle società di intrattenimento. Ma questo sta irritando il grande maestro. Visto che non è un album convenzionale (anche se un CD contenente la musica potrebbe essere prodotto) nessuna casa discografica sembra interessata. Poiché non è neanche un comune videogioco – o almeno, non uno di quelli che permettono agli adolescenti di sparare a persone o far esplodere delle cose – le società distributrici di videogiochi non lo vogliono.
Attualmente Oldfield sta pubblicando una demo su Internet, e spera che questo invoglierà le persone a scaricare il gioco intero, che durerà circa 40 minuti per ognuno dei quattro episodi. Ha anche arruolato il veterano DJ radiofonico, Nicky Horne, per diffondere la notizia e suscitare l’interesse del mercato mondiale.
Tentare oggi di convincere le compagnie distributrici di videogiochi è esattamente come è stato vendere Tubular Bells alle case discografiche nel 1972“, dice Oldfield. “Dopo sono stato così depresso che ho seriamente pensato di emigrare in Unione Sovietica, dove sapevo che i musicisti erano sostenuti dallo stato. In quei giorni tutto quello che ottenni dalle case discografiche è stato: ‘Ma non ha né batterie né voci; dunque nessuno lo acquisterà’. Ora tutto quello che ottengo dalle società di videogiochi è: ‘Ma non si deve uccidere nessuno!’“.
Nel 1972 l’originalità di Tubular Bells fu finalmente riconosciuta da un giovane imprenditore di nome Richard Branson, e l’immenso successo dell’album favorì l’ascesa della Virgin. A seguito di ciò, Oldfield si amareggiò sentendosi “usato” da Branson. Oggi Oldfield rimpiange l’intuito di Branson. “Questo nuovo progetto avrebbe bisogno di una figura come Branson“, dice lui. “Qualcuno che si esponga, assumendosi il rischio di investire in qualcosa al di fuori dagli schemi. Altrimenti cosa farà il mondo del business musicale? Riciclerà per sempre vecchie melodie degli anni Sessanta e Settanta?
Ha un punto a suo favore. Le sue farfalle magiche e gli stalloni alati sono molto belli, molto rilassanti, – come promette. Ma se i bambini di oggi vogliono sperimentare una specie di “hippy hippy shake” virtuale è ancora da vedere.
Altri dettagli su MusicVR sono disponibili all’indirizzo www.mike-oldfield.com